Un “non teatro” di grande suggestione è il luogo deputato per Stück 9828, che non vuole essere uno spettacolo, ma un percorso in cui lo spettatore è condotto a rivivere le sensazioni di quei tragici giorni, attraverso spazi vagamente fatiscenti, colori grigi, saracinesche e portoni che si chiudono richiamando una dimensione di prigionia e ricordandoci la fine improvvisa di una vita. Stücke, pezzi privati della loro identità, dei loro corpi, della loro memoria, del loro nome, divengono solo numeri da contare, sbiaditi, uguali di fronte alla privazione di sé.
Un buio improvviso, accompagnato da un canto, conduce lo spettatore nell’ultima stanza, la stanza della visionarietà, dove i ricordi diventano l’unico rifugio da una situazione impossibile. La danza si fa gesto, il linguaggio teatrale è ridotto a pochi, poetici dialoghi e parole dense di significato, la musica a tratti risuona nella nostra memoria con suoni di treni e voci gridate in tedesco, a tratti ci dà respiro facendosi più dolce e malinconica.
Coreografie di Elena Bottaretto e Patrick Duncan
Drammaturgia di Barbara Ammanati.
Dialoghi tratti da componimenti poetici di Wislawa
Szymborska Lo spettacolo ha visto il suo debutto nel 2018,
nell’ex deposito missilistico e caserma del Comune di
Vigodarzere (PD).